In order to have a more interesting navigation, we suggest upgrading your browser, clicking in one of the following links.
All browsers are free and easy to install.
Con una mostra aperta fino al 10 luglio, il MAXXI rende omaggio al maestro olandese, al suo mondo e alle sue influenze sull'arte e l'architettura di oggi
In italiano, English follows
La prima impressione ricavata da Rietveld Universe è stata un senso di ri-scoperta. Si suppone infatti che almeno noi che siamo "del mestiere" abbiamo ben chiaro l'excursus del suo lavoro, l'importanza e l'influenza che ha esercitato per tutto l'arco del Novecento. Tuttavia, per qualche strana ragione, appena lo sguardo si fa meno attento al complesso della su a opera l'orizzonte diventa nebuloso e le uniche immagini che restano chiare sono l'inevitabile Casa Schröder e un'indimenticabile serie di mobili. Questa mostra ha invece il merito immediato di restituire a noi appassionati (e a un pubblico molto più vasto) l'ampiezza e la profondità dell'opera e dell'eredità di Rietveld. La sequenza espositiva ci porta infatti a contatto sia con la serie completa dei suoi progetti e delle sue ricerche che con la grande e originale energia che mette nell'affrontare il nocciolo centrale delle grandi questioni della modernità.
L'intenzione, da parte dei curatori, di tracciare un profilo accurato e comprensivo del maestro di Utrecht è testimoniata anche da un racconto espositivo basato sul continuo confronto tra Rietveld e i suoi maggiori contemporanei – Corbu, Mies, Wright ecc. – con l'evidente convinzione che questo confronto possa essere la vera chiave per accedere al nocciolo espressivo e concettuale del suo lavoro. La mostra sembra provocare anche un gran senso di spiazzamento e duplicità temporale. Ci parla infatti allo stesso tempo delle radici del modernismo e del modo in cui guardiamo al modernismo oggi, in una fase di crisi acuta del "progressismo". E' una strana sensazione, come lavorare su un'area/testo che raccoglie nello stesso spazio tracce archeologiche e vita contemporanea, e che ha bisogno di essere affrontata mettendo contemporaneamente in gioco conoscenza e creatività. In questo senso l'attualità del manifesto non formalizzato di Rietveld ci viene immediatamente in aiuto: semplicità degli elementi, processualità vs stile, assemblaggio vs composizione, riconoscibilità degli elementi originali alla fine del processo di assemblaggio.
Cosa vuole quindi dirci questa mostra? Cosa può aggiungere alla lettura dell'"Universo Rietveld", e cosa la rende necessaria, al di là della naturale impazienza degli storici di rimettere continuamente sotto esame i materiali della storia in genere e le vicende primarie del modernismo in particolare? Proviamo ad accennare alcune possibili risposte.
La prima risposta la da lo stesso Rietveld: "i miei mobili tentano di non interrompere lo spazio". La frase è una freccia dritta e sicura che colpisce in pieno il bersaglio: dentro c'è quanto di importante possiamo imparare da questa mostra e allo stesso tempo il senso profondo, quotidiano e attuale della modernità. E sintetizza perfettamente il "metodo Rietveld" applicato all'architettura e al design di mobili e interni, inteso come un approccio complessivo e non-separabile alle questioni dello spazio, della società e della tecnica.
EnglishArchitect, craftsman and woodworker, interior and furniture designer, teacher and skilled designer of exhibitions and exhibition spaces, Rietveld was also an anticipator of many of the developments in current architecture and the contemporary idea of democratic design in which quality is married to mass production.
MAXXI Architettura is presenting the first Italian monographic exhibition on Gerrit Rietveld (Utrecht 1888-1964) and his universe, from 14 April to 10 July 2011, coproduced by MAXXI with the Central Museum of Utrecht and NAi Rotterdam, curated by Maristella Casciato, Domitilla Dardi and Ida van Zijl.
The exhibition – with over 100 works of architecture and design for a total of around 400 items including drawings, photos and models – provides a 360° overview of the Dutch master’s work: from his relationships with the artists of the De Stijl group (Theo van Doesburg, Bart van der Leck, Vilmos Huszár, J.J.P. Oud) and the protagonists of the Modernist avant-garde (Le Corbusier, Gropius, Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright) through to his influences on contemporary architecture and design (from Alessandro Mendini to Ettore Sottsass and Maarten Baas).
Lastly, Rietveld’s relationship with the 21st century is revealed through 14 interviews with contemporary protagonists on a video loop in the exhibition space (featuring Gae Aulenti, Andrea Branzi, Vittorio Gregotti and Enzo Mari) and in their works on show. The exhibition layout is further enriched by the Rietveld Workshop installation curated by the MAXXI Educational Department: an external space designed by the Scandinavian studio Rintala Eggerstsson Architects - in a perfect Rietveldian spirit of spare essentiality – in which visitors may experiment with the construction of a number of pieces of furniture by Rietveld.