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La mostra è parte di un più ampio progetto dal titolo Laboratorio, fotografia, città
Sarà inaugurata venerdì 30 aprile alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani, la mostra Faccia a Faccia. Lavori realizzati dagli studenti del Laboratorio di Fotografia – IUAV Guido Guidi, organizzata dal Centro Culturale Candiani in collaborazione con il claVES - Corso di Laurea in Arti Visive e dello Spettacolo - Facoltà di Design e Arti - Università IUAV di Venezia e la Galleria Contemporaneo.
La mostra è parte di un più ampio progetto dal titolo Laboratorio, fotografia, città, che ha visto l’allestimento, nel 2009, di un’apprezzata esposizione dei lavori realizzati, dagli studenti del laboratorio curato da Marco Zanta.
L’esposizione, visitabile dal 2 al 30 maggio 2010, è pensata come esperienza didattica conclusiva del corso e documenta la volontà di insistere sull'impossibilità del fotografo di sfuggire al soggetto e anche su quella dello spettatore di sfuggire al ‘facingness’ tra l'opera (la fotografia ) e chi la guarda: l'opera ci guarda.
È esperienza comune muoversi in luoghi apparentemente conosciuti perché attraversati nei nostri spostamenti quotidiani ma sui quali raramente soffermiamo l’attenzione e difficilmente ne cogliamo i tratti distintivi, gli elementi specifici che li compongono. Eppure è proprio a partire da luoghi di questo tipo che diviene possibile restituire capacità di attenzione al nostro sguardo distratto, accecato dal susseguirsi di immagini stereotipe che pervadono il nostro quotidiano.
Perché questi luoghi si prestano a divenire oggetto elettivo per esercizi di una grammatica del vedere, come quella di fotografare un oggetto da più punti di vista e in maniera sistematica, come insegnava Italo Zannier. Questo metodo analitico, riproposto nell'ottica di una più complessa descrizione di quella che Roland Barthes definiva “l’intrattabile realtà”, è quello seguito da Guido Guidi nei suoi laboratori di fotografia, nei quali gli studenti erano chiamati a misurarsi con temi presi a prestito da alcuni giochi linguistici di Bruno Munari: “faccia a faccia, faccia a vista, occhio al palo, ora che ti vedo...” Il fine di Guido Guidi è stato quello di portare gli studenti ai limiti del linguaggio fotografico, per esplorare le qualità del reale senza cadere nelle rappresentazioni consolidate e rassicuranti delle cose. Il lavoro è stato orientato verso lo sviluppo di un progetto visivo svolto a partire da scambi continui sui diversi modi possibili di vedere e mettere in immagine, andando oltre un uso della fotografia inteso unicamente come strumento tecnico di documentazione del reale ed evidenziando invece come esso sia un mezzo in grado di contribuire alla costruzione estetica del paesaggio contemporaneo e offrire elementi e direzioni utili alla descrizione del mondo che ci circonda. La scelta delle fotografie e la messa in sequenza, hanno completato un processo di apprendimento teso a ravvivare le nostre percezioni rese opache dalle consuetudini e a riscoprire l’ethos della fotografia: quello di educarci, come avrebbe detto Moholy-Nagy, a una visione intensiva.