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La mostra illustra i modelli scolpiti con la motosega del celebre architetto Michele De Lucchi a cui sono affiancate le opere in digitale del fotografo e architetto belga Filip Dujardin. Le sculture di De Lucchi sono “casette di legno pieno, trovate dentro ai tronchi degli alberi morti, abbattuti dal vento”. Una ricerca, quella dell’architetto, che è volta ad accettare e a valorizzare ciò che la natura offre e “ciò che i contesti specifici definiscono”.
Il fotografo combina, invece, immagini di parti di edifici, ne altera le dimensioni, le decontestualizza, costruendo strabilianti architetture immaginarie. “Ogni montaggio” spiega Dujardin, “è un progetto”, che offre un’interpretazione sempre diversa della realtà urbana con esiti visionari e ironici. La vista delle immagini di Dujardin genera stupore, inquietudine proprio perché inaspettate e anomale.