SH/FC: Perché il nome Obvius per il tuo libro che é appena uscito? Puoi parlarci brevemente del libro?
BS: La definizione di OBVIUS è: che si presenta spontaneamente e facilmente al pensiero o all’immaginazione, come cosa naturale, ordinaria, evidente.
Da elementare/superficiale a naturale/ordinario/evidente.
Monumental need e Obvius sono due tomi di uno stesso volume. Il primo tratta un tema [La necessità monumentale nel paesaggio dell’abbandono] in maniera estesa [e con delle digressioni che però riconducono al tema]; il secondo mette sotto forma di sistema una teoria attraverso la composizione di frammenti. Frammenti di un autobiografia quasi autentica, quasi vera.
SH/FC: Riprendendo la vecchia questione della relazione forma-funzione, ma non necessariamente nei termini storici, come svilupperesti-rai- con i tuoi alunni e nella tua ricerca, la questione del passaggio o della traduzione delle necessità dello spazio destinato alla pratiche quotidiane (il contenuto sociale dello spazio), alla forma che lo spazio deve assumere, (nel progetto) per soddisfare queste necessità?
BS: Sul Monumento e Sulla Memoria.
[Io/Ego] Disegno dei monumenti senza tempo dove dentro ci puoi mettere qualunque funzione e quando queste funzioni saranno inattuali le cambi, ma ti resta il monumento.
La forma segue la funzione si porta dietro il funzionalismo-i programmi-gli organigrammi. La forma segue se’ stessa [e ci metti dentro quello che vuoi].
Il monumento è la rappresentazione fisica della memoria trasfigurata dalla gente.
E’ la memoria che la gente pensa di conservare. Ma intanto l’ha già trasfigurata...
Il monumento deriva dalla memoria e la restituisce [la memoria] così come si pensava di possederla.
La memoria è come l’acqua, prende la forma del recipiente che la contiene.
Poi il monumento diventa un pezzo di te.
Un pezzo che non hai posseduto ma che credi di aver sempre avuto.
Una architettura non nasce mai per una funzione. Nasce per definire [determinare fissando i limiti] un luogo.
SH/FC: Quando parli di forma, del suo valore simbolico, che forma e´questa? Questa parola, é abbastanza controversa, nel campo della arte e dell'architettura,vero?
BS: La forma è associata al disimpegno. Alla auto-referenzialità. Alla superficialità. Alla tradizione. Al linguaggio. Al solipsismo narcisistico.
BS: Ecco, per me l’architettura è forma.
SH/FC: Che significa la forma non segue la funzione, la forma segue se stessa? Questo significa che esisite una reale contrapposizione incociliabile tra programma-come esperessione delle funzione/attivitá e una possibile flessibilitá della forma? O quando affermi che la forma segue se stessa usi una metafora, o é uno slogan, per riferirsi solo alla forma , e non alla funzione?
BS: Se l’architettura si modellasse sulla funzione, sull’uso previsto per la sua costruzione, saremmo pieni di architetture inutilizzabili. Fortunatamente l’architettura resiste alla funzione che l’ha generata.