SH / FC: Cosa pensi o commenteresti sull’architettura e l’urbanistica brasiliana?
CG: Mi sembra molto interessante soprattutto per l’uso libero del lascito corbusiano coniugato con una natura talmente monumentale che neanche nei più intensi schizzi del maestro è facile individuarla.
SH / FC: Che pensi di Brasília?
CG: Me la immagino potentissima e vuota al centro del Sertao
SH / FC: Cosa pensi delle recenti manifestazioni di piazza che hanno riempito le strade di molte citta’ brasiliane, per la lotta al diritto alla città e ad uno spazio urbano degno e per tutti?
CG: Io credo che la città e lo spazio urbano siano la grande scommessa delle future democrazie dell’America Latina come del Sud d' Italia e di altri sud del mondo proprio perchè non si può pensare di raderle al suolo e rifarle da capo. E’ quindi necessario rimodellarle , stratificarle semplificarne l’accessibilità agli spazi pubblici rendendoli sicuri e accoglienti ma senza retorica e cioè lavorando con la loro materia.
SH / FC: La città che si ribella puo’ avere delle ripercussioni sull’ architettura?
CG: Può renderla ancora più realista nel capire che solo attraverso una concreta e popolare visionarietà si accolgono le masse senza discriminarle provando , con pochi mezzi, a renderle parte di un processo di riscatto.
SH / FC: Vedi una possibile relazione tra questa ribellione e una democratizzazione della bellezza?
CG: Io sono convinto che una metropoli riscritta in termini di bellezza democratica e cioè a partire da elementi comuni come finestre, Ringhiere balconi, pensiline facciate, strade e piazze aiuti le persone ad abitare meglio. Magari dandogli anche lavoro per prendersi cura di quello che sta loro attorno. Prendersi cura di quello che c’è migliorandolo è la vera scommessa di oggi.
SH / FC: Conosci l’opera di Lina Bo Bardi? E sopratutto i suoi disegni? Puoi parlare di Lina e nello specifico delle possibili relazioni con la tua maniera di progettare e la tua visione dell’architettura? ( Lina italiana radicata in Brasile, visionaria e amante della cultura e dell’arte popolare e l’artigianato, dentro e fuori l’architettura). Associeresti il lavoro di Lina con alcune delle tue premesse teoriche, come Bellezza Democrática, regionalismo visionário o anche Vivere il Presente?
CG: Io credo che il lavoro della Bardi sia molto interessante per il rapporto con la materia scabra e la sua integrazione paesistica, per le possibilità scatenate dall’osservazione delle cose comuni e sono convinto che assieme a Rudofsky rappresenti un polo inconvenzionale e interessante che ha molte relazioni con Napoli e le sue sostanze imperfette, e quindi potrebbe essere un bel ponte da attraversare per unire due mondi.